Rimettete le parole in ordine per scoprire dei famosi proverbi italiani
La saggezza popolare trasmessa in linguaggio semplice ed elegante
A
far
la
barba
si
sta
bene
un
giorno,
a
prender
moglie
si
sta
bene
un
mese,
ad
ammazzare
il
maiale
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Il puzzle dei proverbi Italiani
Proverbi: la comunicazione più efficiente
I proverbi sono sempre stati un modo molto efficace per trasmettere la conoscenza umana complessa attraverso i secoli, grazie alla loro semplicità, l'uso di immagini e spesso di rime
Come si gioca al puzzle dei proverbi
Trascinare e rilasciare ogni parola nella giusta posizine per ricostruire la frase proverbiale
Si vince quando ogni parola è nella sua corretta posizione nella frase
Lista dei proverbi utilizzati in questo gioco
A far la barba si sta bene un giorno, a prender moglie si sta bene un mese, ad ammazzare il maiale si sta bene un anno
A casa dei suonatori non andar per serenate
Nel bisogno si conosce l’amico
Le bugie hanno le gambe corte
Di buone intenzioni è lastricato l’inferno
L’albero si riconosce dai frutti
L’amore e la tosse non si possono nascondere
A buon cavalier non manca lancia
Vive bene chi prende il mondo come viene
Chi lascia la via vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova
La fame è il miglior condimento
Una grande paura nessun medico la cura
In casa di galantuomo nasce prima la femmina e poi l’uomo
Fa più danno l’apprensione che il malanno
Rispetta il cane per il padrone
Anno nuovo, vita nuova
Chi non sa fare, non sa comandare
Rosso di sera bel tempo si spera
Dolci parole e tristi fatti ingannano savi e matti
La speranza è l’ultima a morire
Chi imbocca tutti i vicoli, troverà tanti pericoli
In bocca chiusa non entrano le mosche
Conta più la pratica che la grammatica
Dal frutto si conosce l’albero
Chi dice donna, dice danno
Una pianta che ha molti frutti non li matura tutti
Fidarsi è bene non fidarsi è meglio
Al naso non si fa caso
Se son rose fioriranno, se son spine pungeranno
Ne ammazza più la gola che la spada
Chi capisce, patisce
Donna che piange, cavallo che suda, sono più falsi di Giuda
A chi vuol riposare conviene travagliare
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei
A combatter con il fango, che si vinca o che si perda, sempre ci si infanga
A casa sua ognuno è re
Disgrazia e osteria fanno la stessa via
Soldato che fugge, buono per un’altra volta
Se dai a un uomo un pesce lo nutri per un giorno, se gli insegni a pescare lo nutri per il resto dei suoi giorni
Gallina vecchia fa buon brodo
Da ospedale e cimitero si esce sempre più sincero
Quando tutto è di tutti, i tempi sono brutti
Tutti i nodi vengono al pettine
Un cavaliere tra due dame fa la figura del salame
Va con chi è meglio di te e pagagli le spese
Ambasciator non porta pena
Chi va al mulino s’infarina
Con un pò di coraggio si finisce ogni viaggio
Se hai per amico un orso, avrai bisogno di soccorso
A chi non teme il sermone giova poco il bastone
Quando sono troppi i galli a cantare, non si fa mai giorno
A ben condire l’insalata ci vuole un avaro per l’aceto, un giusto per il sale e uno strambo per l’olio
Peccato confessato, mezzo perdonato
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso
Aria d’importanza, diploma di ignoranza
Acqua passata non macina più
Tu sei volpe e io tasso, tu sei furbo ma io ti passo
Amor senza baruffa fa la muffa
Chi tace acconsente
Chi pecora si fa, lupo lo mangia
Se non è zuppa è pan bagnato
Presto e bene non marciano insieme
Gallina che non becca ha già beccato
A buon intenditor, poche parole
Impara l’arte e mettila da parte
Chi si somiglia, si piglia
Le uova non hanno nulla da insegnare alla gallina
L’uomo propone, Dio dispone
Chi ruba poco va in galera, chi ruba tanto fa carriera
Alla candelora dall’inverno semo fora
La donna ne sa più del diavolo
Quando la fame entra dalla porta, l’amore esce dalla finestra
Quando vien la candelora dall’inverno semo fora
Il carbone o scotta o tinge
L’appetito vien mangiando
Scherza coi Fanti e lascia stare i Santi
Chi troppo la tira la spezza
Da curati, compari e cognati tieni lontana tua moglie perché son malfidati
Non è tutt’oro quello che riluce
Se vuoi star bene, mangia poco e dormi bene
Al povero mancano tante cose, all’avaro tutte
Il miglior specchio è un amico vecchio
Non dire quattro se non l’hai nel sacco
Nessuno è sfortunato come l’agnello: o è cornuto, o è castrato o è scannato
Un bel gioco dura poco
Sbagliando s’impara
A mali estremi estremi rimedi
Amor nuovo va e viene, amor vecchio si mantiene
Uomo avvisato, mezzo salvato
I panni sporchi si lavano in famiglia
La gatta frettolosa fece i mici ciechi
E’ ladro chi ruba e chi gli tiene il sacco
La parola è d’argento, ma il silenzio è d’oro
Meglio un asino vivo che un dottore morto
Dove c’è gusto, non c’è perdenza
Il mondo è fatto a scale, c’è chi scende e c’è chi sale
Gira gira, la freccia cade addosso a chi la tira
Chi vuole vada, chi non vuole mandi
La notte porta consiglio
Una mela al giorno leva il medico di torno
Quando la nave affonda, i topi scappano
Cuor contento il ciel l’aiuta
Chi nasce tondo non può morir quadrato
Per ingannare un furbo, ci vuole un furbo e mezzo
Olio, aceto, pepe e sale fan saporito pure uno stivale
Ogni promessa è debito
Gente trista, nominata e vista
La parola che esce indebolisce l’uomo, quella trattenuta lo rinforza
Chi ti accarezza oltre quel che suole, di sicuro ingannar ti vuole
L’abito non fa il monaco
L’apparenza inganna
Patti chiari, amicizia lunga
I fatti della pentola li sa il coperchio
Aiuta i tuoi e gli altri se puoi
Al cuor non si comanda
Non stuzzicare il can che dorme
Chi non muore si rivede
Con la moglie a lato l’uomo è sempre beato
Con le mani di un’altro è facile toccare il fuoco
Con lacrime e lamenti non si cura il mal di denti
Lacrime d’erede è matto chi ci crede
Occhio non vede, cuore non duole
Quando arriva la minestra non c’è più sinistra o destra
La necessità aguzza l’ingegno
La lingua batte dove duole il dente
L’acqua vuol pendenza il mare vuol pazienza
Agli amanti e ai cacciatori per un piacer mille dolori
Vecchiaia con pazienza prolunga l’esistenza
Bacco, Tabacco e Venere, riducon l’uomo in cenere
In amore e in guerra tutto è lecito
Se vuoi che la roba si faccia, chiudi la bocca e muovi le braccia
Chi nasce afflitto muore sconsolato
A San Martino ogni mosto si fa vino
Chi di spada ferisce, di spada perisce
Articolo quinto: chi ha i soldi in tasca ha vinto
Se ai sessanta sei vicino, lascia le donne e scegli il vino
Il peggior sordo è quello che non vuole sentire
La prima si perdona, la seconda si bastona
Scampato il pericolo, gabbato il Santo
Una noce da sola, non suona nel sacco
Chiodo scaccia chiodo
Amar la vicina è un gran vantaggio, si vede spesso e non si fa viaggio
In casa del diavolo non parlar di acqua santa
A Natale sul balcone, a Pasqua col tizzone
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare
A tavola e a tavolino si giudica il contadino
Il sonno della ragione genera mostri
Guerra, peste e carestia, vanno sempre in compagnia
Zotici e villani discuton con le mani
Ride bene chi ride ultimo
Con le buone maniere si ottiene tutto
L’erba cattiva non muore mai
Il giovane ozioso sarà un vecchio bisognoso
Chi a vent’anni non ne ha, a trenta non ne fa, a quaranta perde quel poco che ha
Del senno di poi, sono piene le fosse
Paese che vai usanza che trovi
Passata la festa, gabbato lo santo
A goccia a goccia si fa il mare
Il torto non sta mai da una parte sola
Non tutti i mali vengono per nuocere
Sono meno ridicoli i difetti che le qualità che non abbiamo
Non c’è due senza tre
Non serve la scienza a chi non ha esperienza
Il mattino ha l’oro in bocca
Il cane morde lo straccione
Nero con nero non tinge
La farina del diavolo va tutta in crusca
Col fuoco, con la donna e con il mare, c’è poco da scherzare
Taccio o setaccio
Se hai i soldi siedi altrimenti stai in piedi
Occhio per occhio, dente per dente
Gallina che canta ha fatto l’uovo
Chi troppo vuole, nulla stringe
Ogni casa ha solaio, cesso, fogna e acquaio
Asino vecchio non prende lezioni
La fretta è cattiva consigliera
L’ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza
Tieni la bocca chiusa, se non vuoi che ti sfugga l’oro di bocca
La storia è maestra di vita
Una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso
Si è prima garzone e poi maestro
Chi si contenta gode
Il buon giorno si vede dal mattino
Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle
Nel pollaio non c’è pace se canta la gallina e il gallo tace
Carta canta e villano dorme
Chi è nato citrullo è per gli altri un trastullo
Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io
Tutto è bene quel che finisce bene
Al vecchio non manca mai di raccontare
Il lupo perde il pelo ma non il vizio
Chi nasce dalla gatta piglia i topi
Chi semina sulla sabbia raccoglie solo rabbia
Raglio d’asino non sale al cielo
Dove ci son donne innamorate è inutile tener porte serrate
A lacrime di erede è matto chi ci crede
Buon sangue non mente
Tra moglie e marito non mettere il dito
Le chiacchiere non fanno farina
Se cucini con calma, il gusto ci guadagna
Quando il piccolo parla il grande ha sparlato
Quando la pera è matura, cade da sola
Le parole vane durano quanto i cerchi sull’acqua
Fra i due litiganti il terzo gode
Ne uccide più la gola che la spada
A tavola non si invecchia
Non è amico mio quel che risparmia il suo e mangia il mio
Can che abbaia non morde
I pifferi di montagna andarono per suonar e furono suonati
Non c’è carne in macelleria che cane o gatto non porti via
Più pesci acchiapperà chi nello stagno non si butterà ma una rete comprerà
Chi muore giace, chi vive si dà pace
Chi di speranza campa, disperato muore
La pazienza se a piedi partirà in carrozza tornerà
Tanto la va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino
Bacio di bocca spesso cuor non tocca
Chi non risica non rosica
Chi al caso s’affida prende un cieco per guida
Da cosa nasce cosa
Chi non ha testa, ha buone gambe
Si dice il peccato, non il peccatore
Fare insegna a fare
Nel fiume che grida puoi passare sicuro
Ogni botte dà il vino che ha
A pagare e a morire c’è sempre tempo
Chi troppo in alto va, cade sovente
Chi sa fa e chi non sa insegna
Chi di verde si veste della sua beltà troppo si fida
La miglior vendetta è il perdono
Chi tutto vuole arrabbiato muore
L’amico certo lo conosci nell’incerto
Mai tardò chi venne
Il riso abbonda sulla bocca degli stolti
L’uomo crede vero tutto quello che desidera
La vecchia impara fino a 100 anni
Non puoi vedere il bosco se sei tra gli alberi
Chi va piano va sano e va lontano
L’erba del vicino è sempre più verde
A goccia a goccia s’incava la pietra
Sposa bagnata, sposa fortunata
A buon consiglio non si trova prezzo
Parlare a nuora, perché suocera intenda
Donna nana, tutta tana
Dov’è l’innocenza non manca provvidenza
La civiltà moderna è la moltiplicazione infinita di necessità non necessarie
Per amore anche la donna onesta perde la testa
Sopporta e non biasimare quello che non puoi cambiare
Chi rompe paga e i cocci sono i suoi
A lavar la testa all’asino ci rimetti il ranno e il sapone
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire
L’avaro è come il porco, è buono dopo morto
Chi mena per primo, mena due volte
Il troppo stroppia
Una ciliegia tira l’altra
Frutto proibito, frutto saporito
Uccello in gabbia non canta per amor, canta per rabbia
Campa cavallo che l’erba cresce
Sono sempre gli stracci che vanno per aria
Chi vive di sogni ha meno bisogni
L’occhio del padrone ingrassa il cavallo
Con bocca e lingua castigate, molte pene avrai risparmiate
Chi ben comincia è alla metà dell’opera
La fame fa uscire il lupo dal bosco
Chi si fa i fatti suoi, campa cent’anni
Le cose lunghe diventano serpenti
Sacco vuoto non sta in piedi
Ognuno è fabbro della sua fortuna
Chi va con lo zoppo impara a zoppicare
Ogni medaglia ha il suo rovescio
Chi parla poco, dice tanto
Vesti un palo che bel t’appare
E’ meglio un magro accordo di una grassa sentenza
Il vino rende lieti e fa svelar i segreti
Meglio tardi che mai
Fanciulli, poveri e polli, non sono mai satolli
L’occhio è lo specchio dell’anima
Non è ricco chi possiede ma chi meno ha bisogno
Il contadino ha scarpe grosse e cervello fino
Lava cane, pettina cane, sempre di cane puzza
La donna, prima tutto miele, poi tutto fiele
Nel paese dei ciechi anche un guercio è re
Sopra le scarpe nuove, prima o poi ci piove
A cattivo lavoratore ogni attrezzo da dolore
La superbia andò a cavallo e tornò a piedi
A caval donato non si guarda in bocca
L’occasione fa l’uomo ladro
Se non t’aiuta la scienza, affidati alla provvidenza
Per insegnare bisogna prima imparare
Un po’ di vino lo stomaco assesta, il troppo rovina stomaco e testa
Chi si è scottato con l’acqua calda ha paura anche dell’acqua fredda
A casa dei poltroni è sempre festa
Vedere e non toccare è una cosa da crepare
Chi ama bene castiga bene
Parla poco, ascolta assai e giammai non fallirai
A bocce ferme si saprà chi ha vinto
Cattivo bastone non fa buon cane
Fa’ il bene e scordati, fa’ il male e pensaci
La saggezza del passato non nutre l’affamato
Il dentista mangia coi denti degli altri
Chi mostra vende
Errare è umano, perseverare è diabolico
Donne e uomini gelosi son troppo pericolosi
A pensar male c’è sempre tempo
Nella botte piccola c’è il vino buono
La donna è mobile, l’uomo è falegname
Chi risparmia oggi, domani molto avrà
Nacque per nulla chi vive sol per sé
Ogni legno ha il suo tarlo
Il vino buono si vende senza frasca
Non parlar di corda in casa dell’impiccato
Chi la dura, la vince
La volpe che non arriva al lardo dice che è rancido
Quando il gatto non c’è, i topi ballano
Dio, se chiude una porta, apre un portone
Campar senza fatica è una voglia molto antica
Chi non ha cane, caccia con gatto
Chi ascolta troppa gente conclude poco o niente
Finché c’è vita, c’è speranza
A carnevale ogni scherzo vale
Chi ha torto fa clamore contro l’accusatore
Se a febbraio vedi gli uccelli grassi, aspettati un freddo che spacca i sassi
Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia
Impara dal passato, credi nel futuro e vivi nel presente
Meglio soli che male accompagnati
Il satollo non crede all’affamato
La prudenza non è mai troppa
Chi semina vento raccoglie tempesta
L’ozio è il padre dei vizi
Donna al volante, pericolo costante
Se sei onesto Dio farà il resto
Non puoi avere botte piena e moglie ubriaca
La goccia scava la pietra
Ogni lasciata è persa
Gli errori dei dottori li ricopre la terra
Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace
Il difficile sta nel cominciare
Gobba a ponente luna crescente, gobba a levante luna calante
Chi non intende la propria scrittura è un asino di natura
Lontano dagli occhi lontano dal cuore
Al villano se gli dai un dito si prende tutta la mano
Dio ama parlare con chi ama tacere
Gente allegra, il ciel l’aiuta
Tra prendere o lasciare occorre ben pensare
A chi prende moglie gli ci vogliono due cervelli
Il più conosce il meno
Una rondine non fa primavera
Chi presto parla, poco sa
In un’ora Dio lavora
Mal comune, mezzo gaudio
Chi dorme non piglia pesci
A ogni santo la sua festa
Trotto d’asino dura poco
Chi tardi arriva, male alloggia
Voce di popolo, voce di Dio
A Natale con i tuoi, a Pasqua con chi vuoi
Chi ha tempo non aspetti tempo
Chi la fa l’aspetti
Vale più la pratica che la grammatica
Batti il ferro finché è caldo
Con i se e con i ma la storia non si fa
Finché l’uomo ha denti in bocca, non sa mai quel che gli tocca